"LA MIA SCELTA ETICA"....OVVERO COME E PERCHE' SONO DIVENTATA VEGETARIANA

23.02.2012 22:33

Una testimonianza di Anna Greco che volentieri pubblico.

Io non sono vegetariano nè ipocrita, pertanto non mi farò mai passare per quello che non sono. Non per questo, comunque, non ammiro chi fa questa scelta, che matura pian piano nell'anima anche e soprattutto perchè chi ama gli animali....non può fare a meno di amarli pian piano tutti quanti.......e vedendo certe foto e certi filmati....mi sono posto spesso delle domande.

Questo è il racconto, vissuto, di Anna:

 

Molti di voi sanno bene che la mia scelta di non mangiare più animali da diverso tempo ormai, non è certamente salutistica, ma solo ed esclusivamente etica.
E' stata una dura lotta con me stessa, fatta di sofferenza, dolore, notti insonni e incubi, i più terribili, che mi hanno accompagnata per mesi quando ho preso questa decisione.
Non è stato facile cambiare la propria vita, le proprie abitudini, la stessa educazione inculcata sin da piccola. Non è stato facile sentirsi "diversa", essere guardata come un alieno dai molti che non capivano. 
Oggi quelle "difficoltà" sono un lontano ricordo, oggi mi sento felice, mi guardo allo specchio fiera, fiera di poter dire IO AMO GLI ANIMALI, DAVVERO!
Gli animali sono esseri senzienti, che provano sensazioni, emozioni, sentimenti, e noi che ospitiamo in casa cani e gatti, lo sappiamo benissimo.
Ma una mucca non è molto diversa da un cane o un gatto, da questo punto di vista. Né un maiale, nè un agnellino è diverso, sono esseri intelligenti, affettuosi, curiosi, esattamente come gli animali d'affezione.
Purtroppo questi animali vengono invece trattati come cose in modo che l'attività di allevamenti, mangimifici, impianti di macellazione e catene di distribuzione risulti economicamente compatibile con i livelli produttivi richiesti dal mercato.
IL POTERE ECONOMICO HA IL SOPRAVVENTO, LE COSE MATERIALI, IL DENARO, NON LA VITA DI UN ESSERE VIVENTE SENZIENTE.
Ormai il 99% degli allevamenti sono intensivi: gli animali vengono allevati in spazi ristrettissimi, senza mai la possibilità di uscire alla luce del sole. E poi...tutti la stessa fine: il MACELLO. Lì, vengono ammazzati senza pietà , senza alcun sentimento di compassione, senza sentire che si tratta di esseri senzienti. Sono solo "capi" da abbattere.
I macelli sono sempre nascosti alla vista del pubblico: per potersi nutrire di animali, le persone devono allontanare il pensiero della loro uccisione, per poi poterne infilzare la carne con la forchetta.
SE OGNI PERSONA DOVESSE AMMAZZARE DA SE' GLI ANIMALI CHE MANGIA, SICURAMENTE MOLTI DI LORO SAREBBERO SALVI!!!
Le statistiche dicono che, ogni italiano nel corso della sua vita (80 anni in media), uccide per cibarsene circa 1400 animali tra bovini, polli, tacchini e altri volatili, maiali, conigli, cavalli.
 
Chiudo con una citazione di Carl Sagan e Ann Druyan - Scienziati - Tratto da: "Shadows of Forgotten Ancestors", 1992
 
Gli animali umani, che incarcerano, mangiano e sfruttano gli animali non umani, fingono che questi non sentano dolore. E' necessaria infatti una netta distinzione tra noi e loro, se vogliamo farne ciò che vogliamo, se li indossiamo e li mangiamo senza avvertire rimorsi o sensi di colpa. Gli umani, che spesso si comportano con crudeltà verso gli animali, vogliono credere che essi non possano soffrire. In realtà il comportamento degli animali dimostra il contrario: essi sono troppo simili a noi.
 
E con un'altra citazione che è la mia speranza di Jeremy Bentham - filosofo
 
Verrà il giorno in cui il resto degli esseri animali potrà acquisire quei diritti che non gli sono mai stati negati se non dalla mano della tirannia. I francesi hanno già scoperto che il colore nero della pelle non è un motivo per cui un essere umano debba essere abbandonato senza riparazione ai capricci di un torturatore. Si potrà un giorno giungere a riconoscere che il numero delle gambe, la villosità della pelle, o la terminazione dell'osso sacro sono motivi egualmente insufficienti per abbandonare un essere sensibile allo stesso fato. Che altro dovrebbe tracciare la linea invalicabile? La facoltà di ragionare o forse quella del linguaggio? Ma un cavallo o un cane adulti sono senza paragone animali più razionali, e più comunicativi, di un bambino di un giorno, o di una settimana, o persino di un mese. Ma anche ammesso che fosse altrimenti, cosa importerebbe? Il problema non è "Possono ragionare?", né "Possono parlare?", ma "Possono soffrire?".
 
Grazie ad Anna Greco per la sua bella e toccante testimonianza!!!!