Quarto libro 13°Lettera Alla cortese attenzione dell’emozione

29.02.2012 16:23

Cara Rosanna....più ti leggo e meno ti capisco: Ma mi spieghi perchè cavolo non hai mai pubblicato questo libro!!!!????

.....con tutta la spazzatura che c'è in giro....possibile che tu non abbia trovato qualcuno che insistesse!!!!????

Ti voglio bene!!!!

Mauro Munari

 

 

 post on L'orto di Rosanna

Quarto libro 13°Lettera Alla cortese attenzione dell’emozione

by Rosanna Marani

Alla cortese attenzione dell'emozione

Vai, cammini, ti siedi, viaggi, parli, vedi, osservi e all'improvviso, proprio nella più normale routine dissacratrice della vita, che la rende uguale e uguale e uguale, stantia e amorfa, mi agguanti, tu, emozione.

Una sirena, languida, con scaglie di brillio che si riflettono in ogni spira nascosta, celata nelle mie cellule. Le fanno palpitare, le fanno scoppiare,  le fanno uscire allo scoperto!

Mi chiami, mi ammicchi, emetti un fischio di invito. Sei pronta, decisa, prepotente ad insinuarti nelle mie pieghe nascoste.

Nelle mie piaghe di consuetudine.

Il mio licore scorre in fretta, ha la vertigine della cascata.

Il brontolio dell’acqua che zampilla. La stessa purezza rossa di passione della fonte.

La perfetta, ordinata organizzazione del mio tempo, bum, bam, vacilla.

Tu emozione, lo sai che ho immaginazione, che la mia mente viaggia a velocità  supersonica!

Che il mio pensiero sospinto da te, emozione, si gonfia di vele a si appalesa appena chiudo gli occhi.

E ne profitti, malandrina.

Mi allontani dai miei binari di lavoro, di amicizie, di casa, di rapporti equilibrati ed equilibristi. Di giornate da signora tranquilla, incanalata nel perbenismo sociale. Conquistato a dura fatica.

A forte disciplina di violenza, quella che serve per ricordare promesse ed onore alla parola data.

Ma so, dentro di me di essere tua preda, poiché la mia fibra stessa nasce disponibile alle tue malie, ai tuoi sortilegi.

Al tuo incantamento, emozione, che sobbolle, come nella sostanza vulcanica del geyser, che getta vapore, acqua, gas, che freme fino a sfinirmi.

E mi abbandono, quasi vinta del tutto, certo incapace di reagire.

A te, emozione.

Che non sei mai delicata, ma vorace, rapace, assolutista.

Lasci lividi al tuo passaggio, sul mio cuore, mentre la mia anima si riempie di ematomi e da bianco colore, assume la sfumatura bluastra.

Tu mi prendi con ogni artifizio, ti insinui nel pori della mia fantasia, che riesci a dilatare, solo col tuo soffio  e avverto già il mio respiro boccheggiare.

Devo appoggiarmi ad un muro, sedermi, per non piegare le ginocchia e genuflettermi, alla tua possanza.

Mi costringi, emozione, con le tue lusinghe, ad inchinare il capo e ad accoglierti

Non mi lasci alternativa, o vivo o sopravvivo.

O te o la noia!

Io voglio vivere. Non posso davvero rifiutarti, allontanarti. Scacciarti.

Che non sarei io, ma la pallida ombra di me.

Come potrei trasformare in tiepida pioggerellina, il mio sangue incandescente?

Il tuo rovescio, ahimè emozione, è pena.

Complesso di colpa per osare addentare la polpa.

Ed inizio ad abitare, il limbo dove la mia coscienza ammorbidita dalla abitudine sta già dimenando la coda, pronta all'avventura.

Sai che mi suggerisci, emozione?  E’ essere sulla porta di un paradiso, col dito pronto a suonare il campanello.

Che delizia quell’attimo in cui, prima di lasciarmi andare a te, emozione, avverto quel fremente crogiolo di vampate incoerenti e bramose che, lo so, mi regalerai.

Sono le stesse, intatte, vampate dei sedici anni! Quelle sconosciute che ancor non hanno nome, ma posseggono la forza dello stupore, per le scoperte dell’amore, della bellezza, della gioia di essere al mondo.

Si, quando, tu sei emozione del creato e ti appalesi in tutto il tuo splendore del nuovo, del mistero e  ci costringi ad aprirla quella porta.

Quella porta che apre all’orizzonte dell’infinite voglie.

Ora ti chiedo, mi sorge una domanda, una questione da risolvere, io li ho passati i sedici danni, da un pezzo!

Mentre tu non vuoi invecchiare, non vuoi portare peso, emozione. Identica sempre, da sempre e per sempre a te stessa.

Ho una sola speranza per scappare. Che quel trillo di quel campanello che il dito è pronto a suonare, mi ridesti, mi faccia sobbalzare, insomma mi eviti di tradire gli impegni raggomitolati, annodati in quella matassa che dipana i miei voti al significato della convenzione.

Allora mi mento. Allora tento di mentirmi, di prender distanza da te, emozione.

Perché lo so,  quel trillo di quel campanello che il dito è pronto a suonare mi risveglia umori di cui avevo perduto l'acquolina.

Perché so che l'ingordigia dell’esistenza, con tutta la sua furia prepotente, mi tappa la voce e celebra la brama che ho di te, emozione.

Non sai, emozione quanto ti tema e quanto ti desideri.

Ti agogni, ti persegua. Che quando sei assente, mi manca il succo stessa della mia fibra. Tale ad una freccia senza arco che la scocchi.

Sei come la discesa  a rompicollo per le montagne russe, sei ignorare il cartello  di attenzione alle cunette e ai dossi, sei un pugno nelle viscere che mi si attorcigliano. Mi avvertono del mio peccato, di te, emozione.

Mi proclamo innocente.

Non ti perseguo per mero calcolo, mi sei necessaria, emozione.
Se ti esilio, io rinnego, non se ti faccio mia, rinnego me stessa, la mia inclinazione.

A chi offro rispetto se ti lascio sfiorire, se ti lascio sfumare, emozione?

Al mondo, alla gente, all’opinione, al giudizio altrui?

E chissene…

Con te, emozione, è sempre un incontro fortunato, vitale.

Sei le dita di una  mano morbida che apre il pugno rattrappito di una mano di pietra.

Sei un bacio rubato, nel momento in cui la lucetta della carlinga si spegne quando l'aereo atterra.

Quando la cintura di sicurezza bene allacciata mi inchioda alla poltrona, confusa a centellinare le tue gocce di nettare, emozione.

Sai di adrenalina, sai endomorfina….sei una foglia di oppiode.

Sei euforia, sei sorriso, sei urlo, sei ossigeno di alta quota che va alla testa e la trottola vorticosamente.

Sei una fiammata di musica che scende lungo la schiena e la inarca, dopo averla paralizzata.

Sei il risveglio  del formicolio del pensiero, della stasi del tempo.

Non c’è nulla, niente prima e niente dopo. Di te, emozione.

Vibri soltanto tu, emozione, colta ovunque appari.

In un porto, in un bar, in un museo, ad un concerto, sulla spiaggia.

Al supermercato. In metropolitana. Sei ovunque uno sguardo sappia coglierti.

La tua bellezza, la tua prepotenza, la tua totalità, la tua seduzione, emozione.

Basta avvertire il tuo alito sulla nuca. Ed è fatta. Non c’è scampo.

Sei la certezza della trasgressione  e la consapevolezza del volere trasgredire.

Vivere appieno, con te, emozione, è pigiare il tasto dell’acceleratore di una Ferrari, sulla pista sgombra dagli ostacoli dei freni inibitori, per il decollo.

Sulla mongolfiera dell’ebbrezza.

Libera anche per un secondo, per un secondo solo, libera e schiodata dai lacci, tentacoli che ti vorrebbero trattenere

No, lo spirito non può essere appannato, che senza spasimo, si chiazza di morte.

Perché il guardiano, quel demente tanto importante che è il mio soldato interiore, il senso del dovere, emozione, ti è nemico. Non perde occasione di allungare i suoi lembi bui sui miei afflati di te, di te emozione.

E’ il pedaggio di un riscatto quando ti incontro in qualcuno che riesce a sconfiggere, a penetrare, questa mia assurda solitudine.

Non è ancora beata solitudo, sola beatitudine.

Tanta strada ho da percorre, tanta che al solo pensiero, mi spavento.

So però che ti voglio sempre dentro e fuori di me, emozione.

Sono disposta a pagare quel che c’è, quel che ci sarà da pagare.

Ora ho un focolare, uno stato da tutelare e remore, sudore, fatica, rimpianto, ma non rimorso, mi accompagnano.

Non strappo il disagio, lo tengo al guinzaglio.

Lo so, un piede calzato in due metà, fa perdere la posizione eretta.

Mi macino nel dubbio, perché sei anche il punto interrogativo che chiede il ragionamento sul lasciare la via vecchia per la nuova e le sue conseguenze

Mi accorgo di essere bocconi, a terra per cercare uno spiraglio. Una quadratura del cerchio.

No, il cerchio è tondo…..

Sotto la tua pressione, allora, emozione, detto le mie ultime volontà.

Vorrei annullarmi, non saperti all'erta, così disponibile a scompigliare le mie carte. Quando sono buone carte , quando invece sono costretta al bluff

E' di me che mi preoccupo.

Allora sia, allora scelgo di essere tua, comunque. Emozione.

Sei testimone, galante, complice , imprudente delle mie vibrazioni.

Non della mia vergogna, che non provo vergogna a vivere….

Sappi, emozione, che val sempre la pena di patirti, sentirti gonfia di amore e di lacrime, sobbalzante nel mio fiato.

Così monologando, soliloquiando, tra me e me, mente e anima, ti prefiguro immensa, infinita, incredibile in uno stato pur miserevole, giacchè umano, di perenne eccitazione.

Tu emozione, lo sai, sei discinta, oscenamente nuda ed attraente, e concupiscentemente fluttuante nell’aria.

Appari l’eco di un grido che vorresti ululare, per far sapere, a noi, che sei, emozione, l’unica, la sola verità della nostra compiutezza.

Mentre la paura e il ridicolo, acquattati, se la intendono tra loro per tacitarti.

 

Alla cortese attenzione è un libro di lettere che ho scritto nel 1976, mai pubblicato…