CARBURANTI: SANDRI (DC), EVITARE DOPPIE TASSAZIONI INDIRETTE
"Di questo Governo tecnico si può dire tutto e il contrario di tutto, e per la Democrazia Cristiana prima va a casa e meglio e', ma una cosa e' certa: i Monti e i suoi Ministri 'salva-Italia' in meno di due mesi sono riusciti a far arrabbiare tutte le categorie che producono lavoro e ricchezza in Italia con la loro idea di liberalizzazioni che e' un pasticciaccio, perche' va contro le aziende che producono ricchezza e occupazione e si rischia, come gia' visto in passato, se le misure contenute nelle bozze del provvedimento che sono circolate diverranno realta' , di ottenere l'effetto di un forte aumento dei prezzi al consumo e l'ennesima spinta inflazionistica, senza contare la perdita di posti di lavoro nelle imprese che chiuderanno".
Lo afferma in una nota Angelo Sandri, segretario Nazionale della Democrazia Cristiana.
"Un esempio tra tutti: sono i carburanti. E' impensabile liberalizzare un settore cosi' delicato e già di fatto liberalizzato ben 4 volte nell'ultimo periodo, senza intervenire per eliminare o ridurre le accise che, una volta introdotte come tassa di scopo sui carburanti, non vengono mai più levate, sebbene il motivo che ne ha determinato l'aumento o la nuova introduzione sia da tempo cessato. Allora - prosegue Sandri - prima di distruggere le aziende e i mercati con liberalizzazioni dagli esiti incerti se non devastanti, e gli effetti di quelle fatte in passato sono ben noti e non sono positivi, Monti e i suoi ministri devono spiegare agli italiani perche' non sono in grado di eliminare le accise che pesano per oltre il 60 per cento sul prezzo della benzina? Se Monti e il suo Governo non fanno questo semplice passaggio di chiarezza con il popolo italiano, ogni tentativo di liberalizzare altri settori ben piu' delicati dell'economia appare inutile. Rilanciare i consumi e quindi l'economia in Italia - conclude Sandri - e' possibile ad esempio evitando le doppie o triple tassazioni indirette (le accise sui carburanti lo sono!) che erodono il reale potere di acquisto delle famiglie italiane"
fonte:
AGENPARL - Roma, 17 gen 2012