Chiarezza sui cani di Stroncone

24.09.2012 11:15

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo Comunicato stampa, che fa chiarezza assoluta con un Decreto di archiviazione.

Ne sono felice, in quanto il diritto di replica è stato negato alle volontarie da Rieti a Stroncone in poi!!!!

Metto in guardia, per assoluta ed estrema chiarezza, su chiunque faccia affermazioni aleatorie su questo o su quello, in quanto rischiano di vanificare il lavoro di anni fatto da persone assolutamente limpide che hanno scelto di fare volontariato come una missione, non pagata da nessuno, senza certezze economiche di sorta e, generalmente, solo ed esclusivamente per amore degli animali....e questo vuole essere un imprinting per interventi futuri....perchè, quando si mette in moto la macchina del fango, anche innavertitamente, è molto difficile da fermare.

Riporto dunque il comunicato stampa ed auguro felice giornata a tutti!!!

Mauro Munari

 

COMUNICATO STAMPA DI CLAUDIA RÖCKL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE ANIMALISTA “ ANIMALIA AMO INTERNATIONAL”
 
Adozioni di cani in Germania
Dopo più di un anno di indagini svolte a partire dal 2010 nei miei confronti e nei confronti dell’associazione di cui sono Presidente, per l’ipotesi di associazione a delinquere finalizzata al maltrattamento di animali, indagini che hanno tratto origine da un atto di diffida diretto al Sindaco di Stroncone (TR) presentato dall’Enpa sezione Perugia e Terni nelle persone delle signore Tintori e Fancelli, avente ad oggetto le adozioni di cani in Germania, diffida alla quale era seguita anche la pubblicazione di un articolo sulla stampa, 
 
INFORMO
i Sindaci di tutti i Comuni laziali, i Sindaci dei Comuni Umbri, le Prefetture e le Procure di tutta Italia, il Ministero della Salute, gli organi d’informazione, nonché tutte le persone animaliste che hanno veramente a cuore le sorti dei nostri cani di quanto segue.
Dopo accuratissime indagini svolte dalla Procura di Terni che si è avvalsa dei Nas e della Guardia di Finanza, il P.M. titolare dell’indagine ha emesso in data 9/08/2012 la richiesta di archiviazione in cui scrive: “La P.G. nell’informativa riepilogativa del 10/05/2011 riassumeva gli elementi emersi che appaiono tutti deporre per l’assoluta liceità della condotta dell’indagata, che è risultata occuparsi di cani randagi, avvalendosi della collaborazione di altre animaliste, AL SOLO FINE DI GARANTIRE AGLI STESSI UNA MIGLIORE CONDIZIONE DI VITA, UTILIZZANDO DENARO PROPRIO E SENZA AVVALERSI DI ALCUNA FORMA DI CONTRIBUZIONE PUBBLICA O PROVENIENTE DA IMPRESE (CIRCOSTANZA QUESTA ENCOMIABILE E DECISAMENTE POCO FREQUENTE IN ITALIA). A onor del vero, l’indagata ha anche inoltrato un invito a funzionari della direzione generale del Ministero della Salute al fine di far vedere la destinazione finale dei cani portati in Germania e non può certo ascriversi a sua responsabilità il diniego ricevuto dagli stessi e dagli stessi appartenenti alla associazione protezionistica italiana denominata LAV”. E aggiungo l’Enpa visto che l’invito è stato inoltrato anche a tale associazione ma non ha aderito.
Prosegue il P.M. evidenziando: “ALLO STATO LE APPROFONDITE INDAGINI SVOLTE HANNO DIMOSTRATO, AL DI LÀ DI PIÙ O MENO RAGIONEVOLI TIMORI CHE OPERAZIONI DEL GENERE DI QUELLE POSTE IN ESSERE DALL’INDAGATA POSSONO GENERARE, CHE NESSUN FINE ILLECITO DI ALCUN GENERE VIENE PERSEGUITO DAGLI INDAGATI MA SOLTANTO IL FINE, SICURAMENTE LODEVOLE, DEL BENESSERE ANIMALE. E’ AUSPICABILE CHE LE INDAGINI SVOLTE POSSANO CONTRIBUIRE A FAR CESSARE ATTIVITÀ DI DISCREDITO POSTE IN ESSERE NEI CONFRONTI DELL’INDAGATA E BASATE SU SEMPLICI SOSPETTI, e coloro che hanno la possibilità di procedere a eventuali ulteriori approfondimenti ai fini diversi da quelli che persegue l’A.G. (da intendersi enti pubblici preposti alla tutela del benessere animale) accedano all’invito dell’indagata di verificare in loco la condizione degli animali trasferiti in Germania, così collaborando in maniera procedimentalizzata ad una OPERAZIONE CHE NON PUÒ CHE ESSERE CONDIVISA IN CONSIDERAZIONE DELLE CONDIZIONI, SPESSO PESSIME E DEL TUTTO INTOLLERABILI, NELLE QUALI I CANI VIVONO NEI CANILI ITALIANI”.
In data 12/09/2012 il GIP presso il Tribunale di Terni ha emesso il decreto di archiviazione.
Il primo al quale rivolgo l’auspicio del P.M. è il Sig. Lorenzo Croce, Presidente dell’Associazione denominata Aidaa, che ormai da mesi continua ad accusarmi di “deportare” i cani in Germania per farli finire sui tavoli della vivisezione paragonando tutto ciò alle deportazioni degli ebrei nei lager nazisti. Tali dichiarazioni, accompagnate spesso da materiale fotografico agghiacciante, sono tanto ignobili quanto infondate e il Sig. Croce le ha diffuse su internet in modo continuo attraverso la pubblicazione di comunicati stampa diffamatori (che per la verità sembrano costituire l’unica attività svolta dall’associazione di cui è Presidente), poichè altamente lesivi non solo della mia reputazione ma anche di quella delle persone tedesche che con amore accolgono i nostri cani prigionieri senza colpa, nonché di quella del popolo ebraico. Mi ha accusato di lucrare sulla pelle dei poveri animali chiedendo un intervento immediato della Guardia di Finanza. Basterebbe mettere a confronto queste accuse con quanto accertato dalla Procura della Repubblica di Terni che ha proprio delegato la Guardia di Finanza per capire la falsità e la calunniosità delle sue dichiarazioni. E’ già stato querelato subendo il sequestro preventivo dei suoi link. Ma il Sig. Croce continua a diffamare incurante dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria che hanno riconosciuto nella sua azione i gravi indizi di colpevolezza per le reiterate diffamazioni realizzate e la totale assenza di qualsiasi riscontro in ordine alla veridicità di quanto scrive. 
Stesso auspicio rivolgo alla Sig.ra Wanda Guido, credo nota a molti di Voi in ragione dell’intensa e “pubblica” condotta diffamatoria posta in essere nei miei confronti, per la quale anch’ella è stata querelata. Colpita da un decreto di sequestro delle sue pagine web, al pari di Croce, non ha tenuto in nessun conto il provvedimento del Giudice, continuando imperterrita nella sua azione criminosa.
Purtroppo sono tante le persone cui devo rivolgere l’auspicio del P.M. ma le incontrerò tutte in Tribunale e forse in quella sede realizzeranno che le loro azioni totalmente dissennate e prive del benché minimo riscontro hanno prodotto delle conseguenze cui dovranno far fronte.
Una sola conseguenza è però irreparabile: aver contribuito a ritardare con la loro condotta illecita la “liberazione” dei cani detenuti in condizioni vergognose nei canili italiani prolungando così il loro tormento nelle gabbie pur avendo delle famiglie fuori pronte a prendersene cura. 
Come ha evidenziato il P.M., infatti, le adozioni di cani all’estero curate dalla sottoscritta costituiscono un’operazione che non può che essere condivisa in ragione delle intollerabili condizioni di vita in cui spesso sono custoditi i cani nei canili italiani.
Basterebbe semplicemente rendersi conto dell’enorme numero di cani randagi presenti nelle strutture pubbliche e private italiane, molte delle quali sotto sequestro perché inidonee a garantire il minimo benessere animale, per capire che le richieste di affido da parte delle persone italiane sono del tutto insufficienti ad arginare il problema. Sicuramente il fenomeno del randagismo potrebbe essere risolto in Italia attraverso serie campagne di informazione, ineccepibili politiche di sterilizzazione e soprattutto veri controlli da parte degli organi pubblici preposti (Asl e Comuni) che hanno precise responsabilità in materia. E’ la prevenzione, dunque, l’arma vincente. Le adozioni di cani all’estero, però, non sono in contrasto con tali obiettivi e se effettuate con serietà e con i dovuti controlli rappresentano uno strumento utile, efficace che consente un immediato cambiamento nella vita di questi poveri animali nelle more di un ripensamento della fallimentare politica italiana che ha sempre considerato l’emergenza randagismo come l’ultima di cui occuparsi in presenza di “ben” altre priorità.
Ostacolare una simile movimentazione del tutto rispettosa delle norme comunitarie e nazionali che la regolamentano, solo perché si è contrari a priori senza voler conoscere la documentazione ed i risultati ottenuti, come hanno fatto le associazioni di volontariato umbre - quali l’Enpa di Terni in persona della Sig.ra Fancelli e del Sig. Moscatelli Giuseppe; Grandi Amici in persona della Sig.ra Silvia Festuccia e dal legale Di Paolo Maria; il WWF in persona della Sig.ra Poma Antonella; I randagi dell’Umbria in persona della Sig.ra Fagotti Giancarla; Piccoli Amici in persona della Sig.ra Ruffini Alessandra - nel concreto significa condannare i cani ad una perenne detenzione in gabbia e privarli dell’unica chance che hanno di uscire e di riappropriarsi della doro dignità. Il principale responsabile però di tale “blocco” è stato il Comune di Terni che, nonostante l’esorbitante numero di randagi nei suoi canili (quasi 1.800 cani solo a Terni), nel suo regolamento del 18/07/2012 ha ribadito il divieto di adozioni FUORI DALLA REGIONE UMBRIA E ALL’ESTERO CON CIÒ VIOLANDO IN MODO PALESE IL DIRITTO COMUNITARIO ED IL DIRITTO NAZIONALE. TALE DIVIETO, OLTRE CHE ILLEGITTIMO, E’ L’EMBLEMA DELL’IRRAZIONALITA’ DELLA POLITICA DEL PREDETTO COMUNE CHE DOVREBBE PROMUOVERE IN TUTTI I MODI L’USCITA DEI CANI DALLE SUE STRUTTURE (TRA L’ALTRO UNA, QUELLA DI COLLELUNA, E’ STATA SOTTO SEQUESTRO PENALE PER MALTRATTAMENTO DI ANIMALI) ANZICHE’ IMPEDIRE CHE I PROPRI CANI POSSANO ESSERE ADOTTATI IN UN’ALTRA REGIONE OD IN UN ALTRO PAESE UE AGGRAVANDO UNA SITUAZIONE GIÀ MOLTO CRITICA CHE INCIDE SUL BILANCIO DELL’ENTE TERRITORIALE, DUNQUE SULLA COLLETTIVITA’, E MERITEVOLE DI APPROFONDIMENTO IN SEDE GIURISDIZIONALE CONTABILE. 
Ringrazio tutte le persone che mi hanno sostenuto in questa difficile battaglia e soprattutto quelle che, pur avendo manifestato all’inizio un’opinione contraria alle adozioni in Germania, hanno poi realizzato e toccato con mano il pieno rispetto di tutte le norme da parte della mia associazione e soprattutto l’immenso amore che provo verso i cani ai quali sto dedicando la mia esistenza e le mie risorse economiche. 
Un ringraziamento particolare va a Laura Clementoni, Rosanna Cabasino, Elisabetta Gregori ed al mio instancabile avvocato Raffaella Sili.
Claudia Röckl