QUELLA VOGLIA MATTA DI UN PACCHETTO DI MENTINE ....DI Laura Mattei
11.06.2012 18:24
NESSUN GIUDIZIO, NESSUNA CRITICA: SOLO LA VERBALIZZAZIONE DELLE EMOZIONI SUSCITATE DAL FURTO DI UN PACCHETTO DI MENTINE.
Sto piangendo per la vecchietta che ha rubato le mentine. Inseguita per delle mentine. Costretta a rubare le mentine. Mi sento male dallo struggimento.
Ma che Paese è quello che lascia una vecchietta quasi ottantenne senza 70 centesimi per comprarsi le mentine.
E la costringe all'umiliazione del furto, dell'inseguimento, della riconsegna della refurtiva. La costringe a confessare, tremante, che "voleva tanto le mentine".
Oddio, avrebbe potuto essere mia madre.
E che non si dica che "le mentine non sono indispensabili": chi di noi non ha mai avuto "voglia di qualcosa di buono"?
Vorrei poter stringere quella signora, conoscere il suo passato, di quando era come voi e me, giovane, autonoma e indipendente, o forse, subordinata ad un marito, ma certo mai avrebbe immaginato che, in vecchiaia, la sua pensione minima non le avrebbe permesso di comprarsi delle mentine...
Ovvio, la razionalità ci insinua che “un furto è sempre un furto”, per questo, immagino, fin da quando ero piccola, sentivo dire che “chi ruba una mela è in carcere e chi si dedica a grandi ruberie si compra la Ferrari per andare a spasso libero”…
Sono brutti tempi per tutti: si, è vero, ma se iniziassimo a “regalarci mentine” a vicenda, davvero ci troveremmo peggio di come stiamo?
D’altra parte, se sono l’unica povera in un Paese di persone che mai si sono ritrovate a sbirciare nella borsa o nelle tasche in cerca di qualche spiccio, allora sono felice per tutti voi e spero che la fortuna, o la vostra abilità, accrescano le vostre ricchezze, diversamente, pregherei ognuno di ricordare quei momenti in cui, magari, mancavano 10 maledetti centesimi per comprare le sigarette o la scatoletta per il proprio amico peloso, in attesa del prossimo stipendio o della prossima pensione… e non importa più la differenza tra le sigarette o la scatoletta, perché nel momento del bisogno, e ognuno conosce i propri di bisogni, la sensazione di impotenza è sempre la stessa e posso dirlo io che, in effetti, sono sia fumatrice che mamma di molti Amicimici.
Chiaro che devo mettermi nei panni del commerciante: non sarei equa, se non lo facessi.
Infatti, comprendo anche lui e, una volta di più, capisco che ci sono molti mestieri che non potrei praticare, perché andrei fallita.
Però, sinceramente, non inseguirei la vecchietta per le mentine, ma il giovanotto che potrebbe andare a scaricare cassette ai mercati generali, mentre un vecchietto non ne ha più le forze, o la giovinetta che potrebbe andare a fare le pulizie, cosa che la vecchietta, magari, ha già fatto per una vita, ma ora non può più e, questo, senza nulla togliere a chi, giustamente, ha studiato per fare altro: sto parlando solo delle opzioni che l’età e la forza fisica e psicologica permettono, non di ciò che sarebbe giusto in una Repubblica fondata sul lavoro.
So di essere solo una patetica sentimentalona e che qualcuno mi taccerà addirittura di nazionalpopolarismo, ma io non credo che persone che non abbiano superato “una certa età” possano giudicare la vecchietta che ruba le mentine e ammette, tremante, “che ne aveva voglia”.
E’ risaputo che gli anni che passano ci rendono più vulnerabili, più emotivi, più deboli e, chi ha passato gli “anta”, forse come me già si rende conto di qualche cambiamento nella propria disposizione d’animo, nella propria impassibilità, nella propria incorruttibilità.
D’altra parte, mia nonna mi diceva: “pancia piena non comprende il digiuno” e gli anglo-sassoni affermano, giustamente, che bisogna fare un giro con le scarpe di chi si vuole criticare, prima di giudicarlo.
Sarà per la mia congenita abitudine di andarmene a spasso con le scarpe di tutti, che sto male da una vita.
Con ciò, chiaramente, non intendo invitare nessuno a rubare mentine o pane o quant’altro, ma ho scritto solo per esprimere e condividere le emozioni dolorose che mi scatena la consapevolezza di vivere in un Paese in cui la Polizia, tra i suoi tanti compiti, che svolge con dedizione, (nonostante stipendi che potrebbero costringere anche i poliziotti stessi a dover rubare mentine o pane o quant’altro, una volta in pensione), da oggi rischia di dover annoverare anche l’accorrere in “difesa economica” di anziani costretti al furto di caramelle, come i bambini di una volta, appunto, ciò che questi vecchietti sono stati ai loro tempi…
Ecco, quest’ultima frase mi fa pensare che, se è vero che da vecchi si torna bambini, allora a questi poliziotti è anche andata bene, perché i bambini di oggi, futuri vecchietti, avrebbero rubato un iPod…
Laura Mattei