Ti amo
Luciano Campisi Affinità
Quante volte nella nostra vita
Passata vita
Abbiamo detto
Ti amo?
Buttato come un richiamo
Gestito come un singulto
Mentito come un colpo di mano
Rubato per godere l’amplesso
Mentre il nostro dentro
Era bugiardo convesso
Sfiatato come un pensiero
Che si celava nel buco nero
Del niente del cuore e della mente
Corrispondente
Quante volte nella nostra vita
Passata vita
Abbiamo sciupato
Ti amo?
Insozzato
Infangato
Non si è assimilato il suo strato
Non si è compreso l’intero significato
Ecco in quel
Ti amo
Che mi frulla
Che mi rulla
Il suo rumore
Me ne trasmette
Addirittura l’odore
Vedo ora il profondo
Del mondo
Noi povera umanità
Nasciamo già senza l’altrui pietà
Usciamo
Da un cordone ombelicale strappato
A forza tagliato
Come gambo al fiore reciso
Da graffio deciso
Nel nostro cammino che ci porta
Sbandati lontano
Senza di soldati scorta
Solo con la nostra mano
Noi tentiamo
Cadiamo
Riproviamo
A riannodare
Oltre che a cercare
Quel cordone ombelicale
Per sapere di amore
Quello forte di calore
Ora io fuori dalla vetrata
Vedo una tavola
Ben apparecchiata
Di sentimenti
Esposti come sementi
In lucidi argenti
Che sono ma soltanto tutti assieme
L’humus di quella comunione
Che salva l’uomo
Dalla sua disperazione
Un ventaglio di sfumature
Che si fondono
Perché affondano
Nello spirito
Nella carne
E di neppure una di quelle sfumature
A meno si può fare
Tenerezza
Che si irrora di carezza
Passione
Che si esalta nella tenzone
Che si espone sul soglio
Del proprio te voglio
Fierezza
Che si mischia alla del gusto brezza
Devozione
Che canta la summa di una unica canzone
Vanto
Che si appaia all’incanto
Venerazione
Che si inginocchia all’ammirazione
Malinconia
Che si appoggia alla frenesia
Desiderio
Che corrobora l’affetto tanto e serio
Intimità
Che pretende solidarietà
Difesa
Che si erge sulla parte più lesa
Fragilità
Che si specchia nella beltà
Unione
Che smembra la confusione
Complicità
Che celebra la liquefazione
Silenzio
Che lascia spazio a sguardi d’assenzio
Che è in linea con lo stesso amore
Dunque
Il diagramma di questo spiegato
Ti amo
Che con molti esempi ho dilatato
Così pieno
Così sazio
Cosi naturale
Così tondo
Non può essere piatto
Perché non è un
Ti amo sciatto
Accade lo so
Troppo tardi?
No
Che io abbia inteso la differenza
Dei ti amo
Detti
Ma da se stessi contraddetti
Nella mia vita passata
Ormai andata
E’ un ti amo quello che ho
Differente
Non scotto
E’ al dente!
Me ne accorgo
E’ quello che porgo
Con verità
Che persino il mio midollo lo sa
Lo palpo lo tocco
Nei meandri di me
Ascolto il suo rintocco
E’ un ti amo fatale
Fondamentale
Sa di miracolo
Che sbomba nel mio cunicolo
E’ quel ti amo
Che mi assale
E’ quel ti amo
Che vale
Una sopita
Intera vita
Lo scrivo in segreto
Con lo scalpello
E’ il ti amo più bello
Lo tendo nascosto all’universo
Che sta con i ti amo artefatti
Poi smentiti dai successivi fatti
Facendo di nuove storie piccine il capoverso
Pronuncio scandendo le lettere
T I A M O
Con stima
Mentre la lingua fa al superfluo da lima
Son pronta a ruggire
La fortuna ghermire
Per esaltare il ti amo vincente
Estrarlo dal mazzo del ti amo perdente
Imparo a dirlo
Ti amo
Con gli occhi
Che dell’amor sono i preferiti balocchi
Imparo a dirlo
Ti amo
Con le mani
Mentre disegnano
Il mio
E’ domani
Forse le mie labbra
Non avranno più l’urgenza
Di dirlo
Ti amo
Per la pazienza
Che mi arriva dalla sua coscienza
Dalla sua conoscenza
E’ sapienza?
Lo dico a chi sa
Lo dico a chi so
Il ti amo davvero
È quel cordone ombelicale
Non rammendato
Non ricucito
Non riannodato
E’ il cordone ombelicale partorito
E’ il cordone ombelicale rinato
E’ il ti amo splendente
E’ il ti amo che non mente
Il primo e l’ultimo
Finalmente